Il Progetto “Azorian”

Mi sono chiesto in questi giorni come potessi fare per portare argomenti interessanti sul giornalino della scuola.

Ecco, ho posto la domanda anche a Google. La risposta?

“Il progetto Azorian”.

Sono state necessarie ricerche approfondite sui fatti di cui sto per parlare per scrivere quest’articolo. In particolare, la sfida più ardua è stata la ricerca del nome del comandante e del vicecomandante che guidarono la nave della marina sovietica, oltre alla foto della planimetria che indica le condizioni del relitto.

Tutto inizia nel 1968. Durante il periodo della Guerra Fredda, un misterioso sottomarino sovietico scomparve nelle acque internazionali delle Hawaii. Il sottomarino si chiamava “K-129”. I sovietici, in quell’anno, avevano iniziato a sviluppare armi di distruzione di massa servendosi anche del nucleare. L’intelligence americana, convinta fermamente di ciò, assoldò agenti speciali registrati con nomi fittizi, con vite che in realtà non avevano vissuto e un grande alibi costruito alle loro spalle. Questi soldati “speciali” vennero coinvolti grazie a una soffiata di un altro agente infiltrato nell’organizzazione sovietica addetta alla faccenda. L’agente riferì: “Il sottomarino K-129, nome in codice Jennifer, è affondato nella terza settimana di marzo 1968. Da due settimane non si hanno più comunicazioni con il comandante della nave, Vladimir Kobzar, e il vicecomandante Alexander Zhuravin. Novantotto uomini sono deceduti per asfissia o implosione; le cause non sono indicate.”

Dopo questo messaggio, le intelligence statunitensi iniziarono a progettare sonar e radar per setacciare il fondale marino delle Hawaii. Il relitto, una volta trovato, sarebbe dovuto servire per il recupero di informazioni di carattere nucleare, sempre se fosse stato integro. La marina russa aveva assegnato alla nave K-129 la missione di testare una bomba nucleare al largo delle isole Hawaii, al fine di approvare o meno questa arma di distruzione di massa. Il progetto ebbe un elevato livello di segretezza a causa delle tensioni della Guerra Fredda: se l’operazione fosse stata scoperta, avrebbe causato una crisi diplomatica.

Il sonar

Gli Stati Uniti sfruttarono una sofisticata rete di sensori sonar conosciuta come SOSUS (Sound Surveillance System), sviluppata dalla Marina statunitense a partire dagli anni ’50 per monitorare i movimenti dei sottomarini sovietici nelle profonde acque dell’oceano. SOSUS era una rete di idrofoni (microfoni subacquei) posizionati sui fondali oceanici, che permetteva di captare i suoni prodotti dai sottomarini e di identificarne la posizione con grande precisione. La rete SOSUS, distribuita lungo l’Atlantico e il Pacifico, poteva individuare rumori a grandi distanze grazie alla propagazione dei suoni nelle acque oceaniche. Nel caso del K-129, la rete rilevò un’esplosione sottomarina anomala al largo delle Hawaii, che permise di identificare con precisione l’area in cui il sottomarino si era inabissato. Questo segnale sonar fu essenziale per consentire alla CIA e alla Marina di indirizzare le operazioni di recupero verso la posizione precisa del relitto. Furono utilizzati anche sottomarini specializzati, come l’USS Halibut, equipaggiati con sensori avanzati e apparecchiature fotografiche per mappare il relitto sul fondale oceanico. Questi confermarono che si trattava del K-129. L’USS Halibut era dotato di sonar a scansione laterale, in grado di generare immagini del fondale per individuare il sottomarino con maggior precisione, prima di procedere al recupero.

Il “Tony Stark” dell’operazione

Per il recupero, la CIA approfittò della collaborazione del miliardario Howard Hughes, usandolo come copertura. La nave “Glomar Explorer” venne ufficialmente costruita per l’estrazione di noduli di manganese dal fondo oceanico, ma in realtà era progettata specificamente per il recupero del K-129. La nave era dotata di una gigantesca struttura a “gantry” (in generale, un sistema gantry è una configurazione in cui due assi lineari paralleli, che costituiscono l’asse X, sorreggono un altro asse lineare perpendicolare, formando l’asse Y) e di un dispositivo chiamato “artiglio” per afferrare e sollevare il sottomarino, che si trovava a circa 5.000 metri di profondità. Fu una sfida ingegneristica e logistica straordinaria.

Il recupero dei resti del relitto “Jennifer”

L’operazione iniziò nel 1974. La Glomar Explorer raggiunse la posizione del K-129 e iniziò la discesa del braccio meccanico verso il sottomarino. Tuttavia, durante il sollevamento, una parte del sottomarino si ruppe e solo una sezione fu recuperata. Tra il materiale ottenuto c’erano i corpi di alcuni membri dell’equipaggio e alcune apparecchiature, ma non tutti i codici o i dispositivi nucleari di interesse. Secondo alcune fonti, la CIA seppellì con onori militari i corpi recuperati, filmando la cerimonia per documentare il rispetto verso i marinai sovietici. Il progetto costò circa 350 milioni di dollari e, pur non avendo raggiunto tutti gli obiettivi, fornì comunque agli Stati Uniti informazioni utili. Il Progetto Azorian rimase segreto fino al 1975, quando venne scoperto dal giornalista Seymour Hersh e in parte rivelato al pubblico. Anche oggi molti dettagli restano classificati. Il recupero parziale è stato un punto di discussione sui limiti tecnologici e sui rischi delle operazioni di spionaggio durante la Guerra Fredda. Azorian ha avuto un grandissimo impatto nelle operazioni di recupero sottomarine e sulla tecnologia navale per decenni, rappresentando uno degli sforzi di spionaggio tecnologicamente più avanzati della CIA. La Glomar Explorer è diventata leggendaria, introducendo il termine “Glomar response” nel linguaggio giuridico americano, ossia la risposta “Non confermo né smentisco”, usata quando le agenzie non vogliono rivelare informazioni sensibili.

Perché si chiama “Progetto Azorian”?

Alcune teorie suggeriscono che “Azorian” possa fare riferimento a elementi geografici o storici, ma non ci sono prove che leghino il nome a un significato specifico o a un particolare luogo, come le Azzorre. In alcune occasioni, i nomi dei progetti vengono scelti per essere neutri e per evitare di rivelare dettagli sulla missione stessa, e potrebbe essere questo il caso per Azorian.

Tutto nasce da una domanda a cui spero di aver risposto.

Leggete attentamente la bibliografia!

Bibliografia – DarkWeb, DeepWeb, archivi storici Russi, archivi storici Statunitensi. I siti non Spossono essere divulgati. Lettura a scopo illustrativo.

Relitto nave “K-129” o “Jennifer” 1968.