Elon Musk e gli Optimus, i robot che entreranno nelle nostre vite.

Durante il congresso “We, Robot” di Elon, il titolo ripreso dall’iconico film con Will Smith “Io, Robot” del 2004, sfilano in mezzo al pubblico di Burbank, in California, 6 robot umanoidi di Tesla, camminano per tutta la passerella, si mettono a spillare birra agli invitati del congresso, mentre Elon in una manciata di minuti spiega come cambierà il mondo. 

Sono un problema gli umanoidi? 

In realtà se andiamo a vedere in ambito lavorativo si, è probabile addirittura che prenderanno il posto di operai, spazzini e domestici, per poi espandersi a lavori del tutto comuni come baristi o poliziotti. 

È un problema per noi? 

Se guardiamo la comodità che ci può fornire magari per le faccende domestiche, non dovrebbe creare problemi perché anche se si dice che conquisteranno il mondo, i robot hanno un processore creato apposta solo per obbedire agli ordini. Qualche tempo fa ho pubblicato un articolo su un videogioco molto popolare uscito nel 2018 per PlayStation, “Detroit Become Human”, Una realtà che sentiamo molto più vicino di quanto pensiamo. In questo gioco, ve la faccio breve, sei nei panni di 3 diversi robot che si ribellano ai comandi e puntano, tramite rivolte, ad ottenere la libertà come noi umani. Niente di più sbagliato, ovviamente è un gioco fantascientifico, ed entrare nella concezione della realtà è complicato dopo che giochi a Detroit Become Human. In sostanza, anche i prototipi delle prime auto di Tesla davano problemi: in un episodio per un test della guida automatica, è stata allestita una strada con all’interno del veicolo un manichino che funge da passeggero che sfreccia a circa 180 km orari, su questa traiettoria sono state disegnate le strisce pedonali sul quale altri 3 manichini posizionati sulle strisce, fatta partire la macchina Tesla e arrivata alla velocità stabilita, una volta che rileva 3 pedoni sulle strisce a quella velocità decide la miglior opzione per poter capire il disastro minore e sterza velocemente verso destra evitando i 3 pedoni ma facendo morire un solo passeggero anziché 3 persone. Il bug del sistema è stato sistemato e adesso non temete guidatori Tesla, l’avvenimento si concluderà al meglio, hanno  incrementato un sistema di frenata migliorata che non porta alla morte di nessuno, né del passeggero né dei pedoni. Ma pensate se ciò succedesse anche ai robot…Come dicevo prima, impossibile perché prima di essere messi sul mercato vengono testati, una cosa da non sottovalutare.

Entrando più nel dettaglio riguardo il chip e le caratteristiche di Optims, possiamo dire che il prototipo Bumble-Cee, quello meno rifinito ma in grado di camminare, è un prototipo costruito con componenti standard mentre l’altro, attaccato ad un supporto ma che muoveva le braccia in maniera più fluida, usava già attuatori di produzione Tesla. Optimus si basa sull’esperienza e sull’enorme mole di dati prodotta dalla flotta di automobili Tesla con Autopilot e usa lo stesso software di AI, con i necessari adattamenti, usato dai veicoli. Il robot umanoide viene inoltre “addestrato” in ambienti del mondo reale e non solo attraverso dati. Optimus, che pesa circa 70 kg, usa una batteria al Litio da 2,3 kWh con la stessa tecnologia di quella delle automobili e consuma circa 100 Watt quando è seduto e 500 Watt quando cammina velocemente. Il suo “cervello” sarà un SOC (System On a Chip) Tesla e avrà capacità di comunicazione Wi-Fi e LTE, cosa che ne renderà semplice l’aggiornamento, analogamente a quanto accade con le automobili del marchio.

Le sfide tecnologiche appaiono notevoli: Tesla ha dichiarato che Optimus avrà 28 attuatori per più di 200 gradi di libertà, con le mani che, avendo 11 gradi di libertà, potrebbero muoversi in modo molto simile a quelle di un essere umano.

Nella presentazione “We, Robot” sono state presentati altri due tipi di prototipi robot  differenti da Optimus, infatti sono vere e proprie “auto” ed “autobus”, l’auto per un vero e proprio “taxi automatico” senza sterzo, e un “autobus automatico” per poter rimpiazzare i mezzi pubblici, anch’esso senza sterzo. Ma se ci pensiamo siamo proiettati in un’era in cui già viviamo, la metro C di Roma è anch’essa un tipo di robot, controllato da remoto, ma senza volante. In conclusione possiamo dire che sì, i robot agevolano le nostre vite, ma fino a che punto si spingeranno? E fino a che punto Elon Musk si spingerà?  

Di Teodoro Sergio VE